La tradizione letteraria resiana è stata trasmessa solo oralmente, per molti secoli, e solo negli ultimi 50 anni si è iniziato a raccogliere e conservare per iscritto quanto, fino al momento, veniva raccontato solo a voce. La maggior parte della produzione orale consiste in un ragguardevole numero di favole, racconti, leggende e canti.
Le favole (praviza), venivano tramandate dalle narratrici resiane, particolarmente attente e impegnate a conservare e perpetuare il patrimonio letterario resiano. I protagonisti principali delle praviza sono gli animali antropomorfi, che incarnano vizi e virtù umane. Fra questi spicca la volpe (lisïzä), che è il soggetto prediletto della gran parte delle favole resiane. Non si contano le sue prodezze e astuzie: è seducente, lusinghiera e abile ingannatrice, si finge debole, per manipolare gli altri. Fra le tante volpi abbiamo anche la sosia della Povival’naja lisiza russa – La volpe levatrice. Alcune favole resiane ricordano la tradizione favolistica di Esopo, altre riecheggiano racconti diffusi anche nel vicino Friuli, ma moltissime sono originali. Oltre alla volpe, nelle favole resiane appaiono anche il lupo uk, l’orso madved, il corvo wran, il coniglio śez, il gatto tuzä, il gallo patalen, il cane päs, la lumaca rughäz, il topo meš, la formica rüsizä. La cicala di Esopo invece, pigra e scansafatiche, è impersonata da una cavalletta skakej: in questo caso viene evidenziata la contrapposizione maschile-femminile, perchè rüsizä/la formicarappresenta il femminile, mentre skakej/la cavalletta, èil genere maschile. Le novellatrici resiane sapevano intrattenere i bambini e anche gli adulti, ambientando le avventure degli animali nei luoghi frequentati, vissuti e indicati con il toponimo noto a tutti. Gli animali invece non hanno mai un nome proprio e di solito sono associati al patronimico della famiglia, vicino cui vivono; a volte parlano in modo ridicolo, perché aggiungono una š o ž alle parole: žghotarčeć (invece di ghotarčeć ‘compare’) e si danno del ‘voi’. Il marcato realismo delle favole accompagna i bambini a fare conoscenza con il mondo ed i suoi aspetti buoni e cattivi, in modo sereno ed equilibrato.
Altri protagonisti delle favole resiane sono: principi, maghe, belle ma povere fanciulle; fratelli alla ricerca di un’acqua miracolosa, fratelli che cercano moglie, montanari furbi e diavoli.
Non manca, fra i racconti, un filone di letteratura religiosa, che celebra giovani, figli di nobili, praticanti il digiuno, la penitenza, la preghiera continua e la sofferenza per entrare, dopo la morte, in paradiso. Uno di questi testi resiani riecheggia proprio la Leggenda di S. Alessio, il cui culto era molto diffuso nel medioevo. Non è possibile, a causa della mancanza di testimonianze scritte, conoscere come, quando o da chi è stata portata questa leggenda fino a Resia. Questo filone di letteratura religiosa comprende, oltre ai racconti, anche canti religiosi, come lo Stabat Mater o il Sodni din (Giorno del Giudizio) ancora oggi cantati nelle chiese di Resia, in occasione delle feste solenni; pertanto è realistico ipotizzare la presenza in Valle di un clero, parlante una lingua slava e a conoscenza di questa particolare tradizione letteraria religiosa, poi trasmessa ai Resiani.